Domenica 29 novembre 2020 – Ben trovati! Desidero partire comunicando alcuni pensieri circa il tempo liturgico che iniziamo. Nella prima domenica d’avvento la preghiera iniziale (detta “colletta”), che si legge a Messa, recita così: “O Dio nostro padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sè nella gloria a possedere il regno dei cieli”… Ecco già la meta davanti ai nostri occhi, sostenuta da ciò che bisogna vivere e fare lungo il percorso. Il rischio è che si tratti di qualcosa di automatico, scontato… tanto il Natale arriva tutti gli anni e sembra che la “novità” non esista più.
Proviamo a pensare diversamente le cosa. Già solo per il fatto che noi stessi, ogni anno, non siamo più quelli dell’anno precedente (pensiamo a come ci ha cambiati quest’anno!), possiamo fare lo sforzo di inserire l’avvento nel suo giusto contesto. Nella stagione più buia dell’anno, si colloca un percorso che è come un raggio di luce che illumina la storia dell’uomo, perché Dio garantisce la sua presenza e arriva a noi, mostrando il suo volto umano in Gesù. In realtà è già arrivato, in modo definitivo ed è questo il motivo per cui l’avvento ha uno sguardo anche sul passato, come un deposito d’acqua in cui attingere e comprendere la fedeltà di Dio per noi. Poi apriamo gli occhi sulle modalità con cui, oggi, accogliamo il continuo “venire di Dio” e ri-impariamo ad orientare le nostre attese. Perché non siano più attese snervanti, mal sopportate, ma si scopra che, pur attendendo ciò che è già presente, arriviamo a fare esperienza di un avvento che metta in noi un fremito che solleva ogni promessa, facendoci rendere conto che spesso non siamo in grado di riconoscere ciò che abbiamo già ricevuto e dunque abbiamo sempre bisogno di riscoprirlo.
Ecco perché il Signore continua a venire per noi, per farci capaci di disponibilità. Possiamo chiederci se c’è allora una verità da coltivare per vivere bene tutto questo. Io penso sia quella dell’attenzione, intesa come serena capacità di vigilanza. Per non passare poi a tutta velocità accanto alle persone, alle cose e alla Parola di Dio.
Solo rimanendo “attenti” ci si accorge che può capitare qualcosa di nuovo: che Dio ha già superato le tute stesse attese.
don Dario